Milano e provincia: cresce il coworking della porta accanto

Durante l’ultimo periodo l’ufficio si è avvicinato a casa e ha assunto un significato diverso sia in termini di spazio che di luogo. Le difficoltà sugli spostamenti hanno portato le persone a preferire il lavoro da casa, ma nella maggior parte dei casi l’appartamento non si è rivelato la soluzione ideale per lavorare.

Oltre al problema creato dal confine sempre più labile tra vita professionale e personale, molte famiglie hanno dovuto affrontare anche la gestione di bambini e ragazzi in Dad. Alcune aziende hanno cercato di facilitare i dipendenti fornendo orari flessibili e prestando particolare attenzione ai genitori.

Dotato di spazi condivisi, il coworking soddisfa esigenze diverse: da una parte, il coworking è un luogo ideale per socializzare, dall’altra le persone si sentono più sicure perché evitano i viaggi a lunga distanza con i mezzi pubblici. Pertanto, dal punto di vista ambientale, lo Smart Working ha meno impatto sulla città, che ci guadagna in termini di traffico, inquinamento e sostenibilità. Il coworking vicino a casa è una soluzione sicuramente più funzionale rispetto all’home working.

Questa pandemia ha rimodellato l’ambiente geografico del lavoro in una direzione che è persistente piuttosto che transitoria. Ad oggi, infatti, i coworking a Milano e provincia sono più di 120: tre su dieci hanno ricevuto richieste provenienti dal proprio quartiere e tra i coworker non ci sono solo freelance, ma anche dipendenti di aziende che permettono di lavorare da remoto. Il lavoro a distanza, che durante il primo lockdown ha suscitato molte perplessità, man mano che la città torna ad aprirsi, viene percepito come un’opportunità preziosa. Infatti lo Smart Working consente alle persone di risparmiare sul commuting, di ricavare tempo per sé stesse, sia in termini di benessere che di svago e rivalutare i quartieri di residenza anche come luoghi di socialità.

 

Smart Working: cosa succederà dopo la pandemia?

Nell’ultimo anno la pandemia e lo smart working hanno trasformato, forse per sempre, la modalità di lavoro di molte persone. La domanda che spesso sorge è: una volta sconfitto il virus, come si tornerà a lavorare? Cosa succederà dopo la pandemia?

Il periodo post-pandemia sarà un periodo di nuova normalità che avrà alcune caratteristiche del passato pre-covid e altri modelli adottati nella fase di emergenza. In molte aziende lo scoppio della crisi sanitaria ha semplicemente accelerato i processi già in atto.

Alcune aziende, in poco tempo, hanno permesso a migliaia di dipendenti di lavorare da casa. Questo è stato possibile solo attraverso l’utilizzo di un’ampia gamma di mezzi tecnologici. Tuttavia, molte persone ben presto si sono rese conto che, in assenza di adeguate misure preventive, lo smart working poteva eliminare il confine tra vita lavorativa e vita personale.

È stato necessario pensare e creare in casa uno spazio dedicato al lavoro, sfruttare appieno i nuovi strumenti di lavoro, pianificare gli impegni e organizzarsi al meglio per distinguere l’orario lavorativo dal tempo libero.

La modalità di lavoro in smart working è stata molto apprezzata da tanti dipendenti, che vorrebbero poter continuare a lavorare così anche dopo la pandemia. Tuttavia la soluzione preferita non sarebbe lavorare da remoto a tempo pieno, ma una modalità ibrida: il 60% dell’attività verrebbe svolta in ufficio e il restante 40% da casa o da altri luoghi, o viceversa.

Ma cosa succederà dopo la pandemia? Alcune aziende che considerano lo smart working uno strumento di lavoro fondamentale e ormai indispensabile, opteranno per una soluzione ibrida che permetta il giusto bilanciamento tra lavoro da remoto e presenza in ufficio, ma nascerà l’esigenza di altri spazi, perché lo smart working, come è stato evidenziato molte volte, non può coincidere solo con lo home working. Smart working infatti è molto di più, è un nuovo modo d’intendere il lavoro, che a fronte di una maggiore responsabilità nei confronti del proprio lavoro offre molta più flessibilità e libertà nell’organizzazione dello stesso, in termini di orari e luoghi.

Essere in smart non significa stare confinati a casa, ma aprirsi a nuove esperienze e possibilità. Il coworking è una risposta molto interessante a questa esigenza del futuro: una soluzione flessibile che consente di scegliere un posto comodo dal punto di vista logistico, che quindi permette una buona conciliazione fra lavoro e impegni personali, che allo stesso tempo offre la possibilità di socializzazione per assicurare coesione, coinvolgimento e per stimolare i processi di creatività e formazione.

Coworking, uscire di casa e confrontarsi con gli altri

Coworking è uscire di casa e confrontarsi con gli altri, incontrare altri professionisti e freelance.
Il mondo del lavoro si rinnova in Work&Co a Segrate

coworking-luccisano

Nelle conversazioni fra le persone puoi analizzare molti aspetti di un tema, pro e contro, le diverse tesi e analisi.

Gli uffici e il modo di lavorare stanno cambiando da anni. Sul tema del lavoro che cambia, dello smartworking e del coworking si dibatte molto in questi mesi, a partire dal cosa si intende.

E in una società nostrana piuttosto refrattaria alle novità non aiuta il bizzarro talento italiano di inventare termini inglesi inesistenti.

coworking vezzosi

Proprio così, lo smart working non è lavorare necessariamente da casa, ma concordare un metodo di lavoro diverso, misurato sul raggiungimento dei risultati, il coinvolgimento del lavoratore in un clima di fiducia e di sviluppo del talento indipendentemente da dove e come il lavoro viene svolto.

coworking salmena

In uno scenario legato ancora agli stereotipi e alle definizioni fuorvianti, in cui spesso anche gli esperti (?) disegnano solo mondi da 0/1, ON/OFF il dibattito si incaglia spesso in una dicotomia lavorare da casa / lavorare sul posto di lavoro.

Ma al di là di tutto una ‘terza via’ c’è e si chiama coworking; una opportunità per molti e che necessita solo di essere focalizzata meglio in questi tempi di grandi cambiamenti del mondo del lavoro e della gestione del rapporto con i nostri spazi/tempi.

coworking minguzzi

Infatti. Il coworking è una declinazione dello smart working, una risposta che muta la geografia del lavoro delle persone offendo molti vantaggi in termini di prossimità e relazioni.

E quello dello scambio di idee, del confrontarsi con persone differenti, dell’incrociare le relazioni è uno degli aspetti più sottovalutati fra i benefici del coworking.

Lo sottolinea Domenico Genovese di PHD, l’agenzia di comunicazione e marketing nota a livello mondiale per la sua capacità di innovare nel planning e nel buying attraverso tutti i canali media tradizionali ed emergenti.

Scambiare punti di vista con i colleghi nei momenti morti serve. Tanto. Confrontarsi prima e dopo una riunione, uscendo dall’ufficio, andando a prendere una birra al venerdì sera aiuta lo sviluppo di diversi punti di vista, a pensare a qualcosa che ci era sfuggito, a raccogliere consigli.

Questo offre in più il coworking, specie in una realtà come quella di Milano e del suo hinterland dove opera da tempo Work&Co., l’accogliente spazio di Segrate diventato un luogo di aggregazione per professionisti, freelance, nomad workers, startuppers e studenti milanesi e non solo che entrano in contatto e si confrontano apportando punti di vista innovativi contribuendo alla crescita di molti progetti in luoghi accoglienti ed attrezzati.

In luoghi come questi la strada del rinnovamento del mondo del lavoro sembra già tracciata, ma a livello nazionale il cammino verso il rinnovamento appare più in salita che in altri Paesi.

In uno scenario italiano infatti in cui i CEO – secondo un recente studio di LUISS Business School – sono in media over 50 e i Presidenti over 60 e mediamente e poco inclini a cambiamenti.

Un dato che non deve scoraggiare a pensare in maniera diversa il nostro modo di vivere e lavorare del prossimo decennio e che è già messa in pratica nei tanti luoghi di coworking in grado di offrire una occasione per chi vuole uscire da casa e trovare condivisione, contaminazione di idee e nuove opportunità lavorative.

 

 

Spazi in affitto a Milano per i tuoi corsi di benessere? Ecco la soluzione

Sono già molti i professionisti del benessere e dell’estetica che ci hanno contattato in questi mesi perché cercano spazi in affitto dove svolgere corsi di benessere a Milano.

E in tanti, proprio qui, nel nostro coworking in zona Segrate, hanno trovato una soluzione per molti versi ideale, con ampi spazi, spogliatoio e doccia.

Si tratta di operatori in campo olistico, del benessere e dell’estetica che per diverse esigenze necessitano di uno spazio professionale alle porte di Milano.

Work&Co. a Segrate (Milano) offre spazi adatti a tutti i professionisti in ambito medico, olistico e del fitness per poter organizzare la propria attività in maniera ottimale. Ad esempio abbiamo appena ospitato un corso di Microblading, una tecnica di tatuaggio manuale che consente di correggere difetti estetici ed avere sopracciglia perfette e ben delineate.

Work&Co. affitta i propri spazi ai professionisti ma anche alle Associazioni e agli Enti che intendono svolgere attività anche temporanee in zona Milano Est.

Spazi per fare yoga o pilates a Milano? Work&Co.!

E infatti diversi istruttori/istruttrici di yoga, pilates, fitness e personal trainer che cercavano uno spazio accogliente e funzionale con una metratura adeguata in zona Milano Est, hanno trovato interessante la nostra proposta.

L’esigenza era dare appuntamento ai corsisti per svolgere le lezioni e la soluzione è caduta sulla nostra sala polivalente, pratica e funzionale, che mette a disposizione anche spogliatoi e docce.

Altri operatori olistici e del benessere ci hanno scelto perché qui trovano lo spazio adeguato, e al prezzo giusto, per svolgere le loro attività: massaggi, trattamenti, pratiche meditative, tecniche energetiche e corsi di formazione, aggiornamento e presentazioni di rimedi naturali.

 

Affitta uno spazio per presentare il tuo corso

Sei un istruttore e devi radunare i tuoi allievi per presentare il tuo corso oppure coordinarti con i tuoi colleghi per programmare la prossima stagione?

Puoi scegliere di affittare una delle nostre sale e noleggiare la nostra lavagna interattiva multimediale Clevertouch, per videoconferenze e presentazioni di grande impatto.

Hai esigenze particolari? Da noi è possibile affittare stanze di diverse metrature e attrezzate per svolgere al meglio la tua attività professionale, in piena autonomia, in un ambiente che assicura la massima privacy.

Affittare uno spazio presso il coworking milanese Work&Co. è facile e permette al professionista della salute e del benessere di ricevere i propri clienti in un ambiente riservato e accogliente.

 

Contattaci!

Sei quindi un istruttore o un professionista della salute in cerca di spazi per organizzare le tue attività o i tuoi corsi? Vieni a trovarci nei nostri locali di via Leonardo da Vinci a Segrate o contattaci per la tua richiesta

 

Alessandra Doneda online dagli uffici di Milano di Work & Co.

Preoccupazioni, convivenze forzate e cambiamenti di abitudini nel dopo Covid-19 fanno crescere le richieste di supporto a psicologi, counselor e mediatori familiari.

Questi professionisti della salute sono talvolta nella necessità di reperire spazi attrezzati in affitto dove comunicare a distanza con genitori o gruppi familiari e c’è chi lo ha trovato qui in Work & Co. a Segrate (Milano).

È il caso di Alessandra Doneda, mediatrice familiare AIMS, counsellor trainer supervisor CNCP, che ha programmato tre incontri online GRATUITI dedicati a genitori di adolescenti:

21 MAGGIO 2020
“Genitori e adolescenti chiusi in casa. Quali difficoltà e quali risorse?”

28 MAGGIO 2020
“Genitori/insegnanti in casa”


4 GIUGNO 2020
“La gestione di Internet e dei device in prospettiva delle vacanze”

 


Perché questi incontri (tutti online dalle h 18 alle 19) di Alessandra nel coworking di Work & Co.?

Secondo una ricerca dell’Università Cattolica sullo stato di stress delle famiglie italiane, tremila di esse interpellate su “come stanno” al tempo del Covid 19, oltre il 60% dice di essere fortemente stressato su numerosi fronti.

Le cause di stress sono diverse. Il lockdown ha richiesto nuove organizzazioni familiari ed anche l’esperienza della didattica a distanza ha messo sotto una nuova luce il rapporto genitori/figli con le nuove tecnologie.

Ai tempi del Covid-19 molti adolescenti hanno utilizzato fortemente i social per sopperire alla mancanza di contatti diretti e per passare il tempo, e a volte i genitori si sentono tagliati fuori e si interrogano sul loro ruolo educativo inedito.

Sempre secondo la ricerca della Università Cattolica ci troviamo a che fare con famiglie sospese tra rischi e opportunità che lanciano chiari SOS rispetto ai gravosi e molteplici compiti che si trovano a dover svolgere e che rischiano di farle implodere.

Alessandra Doneda [ qui il suo profilo Linkedin ], che, come counsellor, da anni supporta i genitori ed i ragazzi e si occupa anche di sviluppo di metodi di apprendimento con attenzione all’uso della tecnologia per lo studio, ha dunque pensato bene di organizzare questi tre incontri online presso i nostri uffici di Segrate.

Work & Co. è lieta di supportare questa iniziativa di Alessandra Doneda che raccoglie le iscrizioni via mail: alessandradone@gmail.com o via Whatsapp 349 4300767. Gli iscritti riceveranno un link a cui videocollegarsi con lei presso il nostro coworking.

Perché il coworking può trovarsi favorito dopo il lockdown

Spazi e servizi da ripensare Ecco come il coworking si ripropone come decisivo nello scenario formattato del mondo del lavoro

L’impatto che provocherà il Covid19 e il ‘social distancing’ sulle attività lavorative è ancora presto per dirlo con certezza; ciò che ha invece ha già decretato è che il lavorare da remoto è un cambiamento inarrestabile.

E una delle principali conseguenze di tutto questo sarà per molti la crescita dei coworking.

 

Ancora e sempre riduzione dei costi

Non sarà solo il miglioramento dell’engagement e della soddisfazione dei lavoratori a decretare da solo il cambiamento (secondo l’Osservatorio Smart working, i lavoratori da remoto sono più soddisfatti del loro lavoro per il 76% rispetto al 55% dei lavoratori ‘fissi’), ma molto più pragmaticamente, come spesso accade, la riduzione dei costi.

Lo dice su “Millionaire” di Marzo 2020 Lamberto Agostini di Sushman & Wakefield: aumentano da un lato le aziende che cercano spazi (specie su Milano, capofila come spesso accade di molte tendenze) per espandersi o contrarsi in modo agile influendo così sulla riduzione dei costi.

 

Riconversione, cambiamento e scambio di esperienze

Ma Agostini indica un’altra prerogativa che il coworking è in grado di offrire a lavoratori e alle start up: quella della socializzazione, dello scambio di esperienze e competenze.

Fattori importanti (soprattutto tra i più giovani in ragione del loro mind-set e della loro capacità di adattabilità già prima del Covid19) e che parrebbero diventare ancor più determinanti in uno scenario di riconversione generale per tutti, di reinventare il business.

Una conferma che il lavorare da remoto sia da considerare più che un esperimento positivo ma non risolutivo la offre una riflessione di Renzo Piano, intervistato da Alzo Cazzullo del Corriere della Sera. Secondo il celebre architetto:

“Se non vai in giro, se non trai ispirazione dalla realtà, come fai a creare? Nel mio lavoro – afferma Piano – le idee vengono parlando con un ingegnere, un costruttore, un operaio che dice una cosa che diventa un’idea quando un altro la acchiappa”.

Ecco espresso il valore del coworking nell’ottica di una riformattazione del sistema lavoro: permettere a chi si aggrega, di uscire dall’edificio fisico e trovare all’occorrenza un appoggio sicuro in altri luoghi simili della città, a seconda delle esigenze di giornata.

E per l’azienda? Il momento è un’occasione unica di ripensare la vecchia impostazione piramidale, fondata sul controllo delle persone, per dare spazio a nuovi meccanismi di leadership, capaci di mettere al centro la persona e di responsabilizzarla verso un obiettivo, anche quando si lavora delocalizzati.

Smart working. “Work is where an office is”

Cambia il modo di lavorare in un coworking può rappresentare una soluzione, anche in casi di emergenza, per adattarsi a un sistema in evoluzione e sempre più flessibile

“Home is where the heart is”, cantava Elvis descrivendo che ‘casa’ è ovunque ci sia amore. E riguardo al lavoro, cosa potremmo dire oggi nel 2020? Probabilmente qualcosa come “Work is where an office is”?

Smart working, extended enterprise e modern workplace sono infatti le parole chiave che si stanno imponendo nel mondo del lavoro. E proprio l’incubo coronavirus di queste settimane fa scoprire anche alle aziende italiane i numerosi vantaggi dello smart working.

 

Ma in sostanza cosa si intende per smart working?

Si tratta – secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – di una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali.

Lavoratore e datore di lavoro si accordano insomma su una modalità che aiuti il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.

 

Il concetto fluido dell’ufficio. Casa vs Coworking

In tempi in cui dunque il lavoratore diventa un attore collaborativo e sempre connesso, fino a diventare un imprenditore di se stesso, le barriere di spazio e di tempo si abbattono e l’ufficio diventa un concetto fluido che le persone possono plasmare in base alle proprie esigenze.

In questo scenario alcuni provano a far spazio in casa fra il bucato da stirare e la dispensa; altri scelgono invece di uscire dalle proprie quattro mura trovando sempre più interessante la soluzione del coworking.

Come la casa, il coworking offre la possibilità al lavoratore di agire da remoto e conciliare le esigenze personali con il proprio lavoro, ma offre in più quei vantaggi che non si hanno lavorando fra le mura domestiche: socializzazione, scambio di esperienze e competenze, ambiente idoneo e dedicato.

 

Riassumendo

Smart working è lavorare da remoto, una opzione sempre più adottata e che una emergenza sanitaria ha reso improvvisamente più nitida, possibile, strategica.

Un’alternativa alla propria abitazione è quindi sicuramente il coworking, che intercetta questa nuova esigenza ponendosi come un’opportunità per il lavoratore di incrementare le relazioni e le sinergie, di colmare le proprie lacune e di trovare soluzioni condivise con esperti a portata di mano.

Coworking. Cos’è e dove trovarne uno su Milano Est

Scopriamo cosa si muove all’interno di questi luoghi di lavoro e dove trovare i migliori in base alle proprie esigenze

Il mondo del lavoro, come si sa, da qualche anno è in piena evoluzione. Quello del coworking sembrava un fenomeno passeggero e invece è una modalità sempre più adottata, specie a Milano, e questo per molte ragioni.

Ma facciamo chiarezza. Che cos’è questo benedetto coworking di cui molti parlano? Non diamo per scontato che tutti sappiano cosa sia (e cosa non sia).

Cos’è un coworking

Il coworking è uno stile lavorativo che a partire dai primi anni del nuovo millennio riguarda la condivisione di un ambiente di lavoro; e a differenza del tipico ambiente d’ufficio, coloro che fanno coworking non sono in genere impiegati nella stessa organizzazione.

In sostanza, coworking è condividere un luogo di lavoro senza necessariamente far parte della stessa azienda e nel quale tuttavia i coworkers beneficiano delle sinergie e degli stimoli che possono svilupparsi lavorando a contatto con persone di talento.

Chi sono le persone che tipicamente frequentano i coworking? Ne esistono nella zona di Milano Est?

C’è da dire che solo a Milano si contano circa 40 strutture più o meno rispondenti a questa attività. Ma il riferimento del coworking a Segrate e più in generale a Milano Est, nella zona compresa fra Corso Lodi e Viale Forlanini, tra Linate, l’Idroscalo e l’Ortica è sicuramente Work & Co. a Segrate.

I principali frequentatori di Work & Co.

I clienti sono freelance e partite Iva, cui Work & Co. offre una soluzione al piccolo grande problema dell’isolamento, che tanti freelance hanno sperimentato lavorando in casa insieme alle tante comodità/distrazioni che offre l’ambiente domestico.

Altri tipici frequentatori di Work & Co. a Segrate sono anche nomad worker e operatori del web, alla ricerca di un’alternativa al lavorare nei bar e nei caffè, e che vogliono restare fuori dal traffico cittadino di Milano. Segrate in questo senso è strategica per tutti coloro che più in generale desiderano darsi un appuntamento lavorativo nell’immediata periferia est di Milano.

Ed è per questo che Work & Co. rappresenta un riferimento sempre più ricercato per chi ad esempio cerca ad esempio un luogo per riunire gli agenti o presentare prodotti.

Work & Co. Strategico

Work & Co. a Segrate è molto funzionale per il suo ampio parcheggio e la sua vicinanza con la Tangenziale Est di Milano. Anche per questo Work & Co. sta guadagnandosi un ruolo importante come luogo di ritrovo confortevole e tecnologicamente avanzato non solo per i freelance ma anche per chi abitualmente organizza riunioni, corsi, ricerche di mercato nei pressi di Milano.

A 15 anni dai suoi inizi il coworking continua ad essere un modo di interpretare le esigenze di un lavoro in movimento, in sedi e modalità nuove, che fa incontrare persone e professionalità che altrimenti difficilmente potrebbero incontrarsi e che risolve per molti il problema dell’isolamento, mettendo in gioco le professionalità e le occasioni di scambi di vedute e di esperienze.

Teniamoci in contatto e seguici sui social